In questi giorni, soprattutto tra coloro che hanno un’attività commerciale, furoreggia l’argomento del Cashback di Stato, ovvero la Lotteria degli scontrini, misura anti evasione preannunciata già da tempo.
Tralasciando le tante riflessioni che questo provvedimento suscita, voglio subito portare alla vostra attenzione una delle “soluzioni” che un esponente del nostro settore ha escogitato per contrastare gli effetti negativi del Cashback di Stato sul suo Salone.
Una Parrucchiera della provincia di Padova è comparsa sui giornali (link alla notizia) per aver lanciato una campagna commerciale contro il Cashback offrendo il 20% di sconto a tutte le clienti che scelgono di pagare in contanti invece che con carta.
Ha spiegato che facendo così vuole sottrarsi alle esose spese dovute alle Commissioni bancarie, che a suo dire arrivano a 1,50€ per transazione.
Dunque:
- La prima problematica sollevata da questa iniziativa di protesta è legata alle SPESE DELLE COMMISSIONI BANCARIE, delle quali effettivamente i Saloni, e non solo, farebbero volentieri a meno.
- Il secondo problema è la spesa per l’AGGIORNAMENTO DEL REGISTRATORE DI CASSA, intorno a 120€ all’anno (a seconda della marca).
Ma siamo sicuri che questa Parrucchiera abbia davvero trovato l’opzione migliore per il proprio Salone, invitando le Clienti a pagare in contanti e facendo loro, in cambio, il 20% di sconto su ogni scontrino
(A volte certe “soluzioni” mi lasciano basito perché mostrano l’impulsività con cui le cose vengono fatte, senza nemmeno essere verificate, anche se questo comporta davvero poco tempo e poco sforzo)
Facciamo subito 4 semplici conti insieme per scoprirlo, perché ormai sapete, spero, che la base del Marketing è prima di tutto NUMERICA:
LA CLIENTE PAGA IN CONTANTI E TU LE FAI IL 20% DI SCONTO
- Supponiamo che emetti uno scontrino da 100€
- Dopo aver applicato lo sconto del 20%, ti rimangono 80€ d’incasso
- Togli l’IVA e diventano 65,57€.
- L’importo di 100€ rimane tale, perché non applichi nessuno sconto.
- Togliendo l’IVA ti rimangono 81,96€
- Togliamo 1,50€ di commissioni e rimangono 80,46€
- Togliamo anche 1€ per ammortizzare la spesa di aggiornamento del registratore di cassa (anche se, considerando tutte le operazioni fatte in un anno, il costo per singola transazione sarebbe probabilmente inferiore): restano 79,46€
- Emetti lo scontrino da 100€.
- Dopo aver applicato lo sconto del 10%, l’incasso effettivo è di 90€
- Togli l’IVA e sono 73,77€.
Qual è il maggiore importo incassato tra tutte e tre le ipotesi?
Non credo che tu preferisca incassare 65,57€ o 73,77€ boicottando lo Stato invece di incassare 79,46€ al netto delle commissioni bancarie!
Alla fine, ti conviene che la Cliente paghi col Bancomat.
I semplici calcoli e passaggi che hai appena visto sono la BASE DEL MARKETING e ti insegnano che:
Non puoi lanciarti in una qualsiasi iniziativa commerciale senza prima avere fatto i tuoi conti, cioè senza esserti prima accertata che quello che stai per fare ti porta un guadagno e non in perdita.
Ma c’è ancora tanto da dire sul Cashback, per questo farò altri post su questo importante argomento: se vuoi saperne di più, continua a seguire il Blog.
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